La Par condicio nell'emigrare: la invento Vittorio Musolesi.
Per sostener la famiglia - aveva moglie e dieci figli - Vittorio Musolesi, ricordato come uno dei personaggi più simpatici della storia del borgo per le sue battute taglienti, decise come altri di emigrare in Germania, dove andò a lavorare in una fonderia. Erano i tempi della guerra: Vittorio, da quell'esperienza che durò almeno un paio d'anni, uscì dimagrito di venti chili. A casa ne parlava sempre: diceva che era un lavoro molto duro, che gli era mancata la famiglia, e che direttamente non aveva mai visto un soldo, perchè arrivava tutto a casa: là c'era solo da mangiare - pane nero e patate - da dormire e da lavorare.
Tornato a casa, aveva messo a posto tutti i suoi interessi più urgenti ma i soldi erano sempre pochi. Un bel giorno, la moglie Mariuccia gli disse: "Torni ben un po' là, emènc quic més...(Tornaci un po' là, almeno qualche mese...)". Vittorio, che non ne voleva proprio sapere - o meglio ne aveva avuto abbastanza di quell'esperienza - rispose: "Ades i tolen ench al dòn, vai un pò té...(Adesso prendono anche le donne, vacci un po' te...)". In Germania Vittorio non ci tornò più. (la nuora Silvia Borelli che lo ricorda con affetto).
Vittorio... a ruota libera
Vittorio era con la trebbiatrice a “battere” il grano nell’aia, chissà in quale borgata. Il lavoro si concludeva sempre con una bella mangiata tutti assieme, servita dalle donne del posto, ma spesso - per cause maggiori - il mangiare era scarso. Successe così che venne servita una bella polenta, con coniglio in umido: ma era più il sugo della carne. Una delle donne riempiva a Vittorio il piatto di polenta ma soprattutto di sugo, quello che lui chiamava “bagnolino”. A un certo punto non ne poté più di mangiare: tirò fuori di nascosto il cappello per asciugare il piatto, poi se lo rimise in testa, perché non voleva essere scortese. Ma la donna chiese di nuovo: “Vittorio, ne volete ancora?” “Eh no – rispose deciso- an son méia un nandrìn” (Non sono mica un anatroccolo!!!)… Vittorio non stava molto bene. Un amico gli disse: “Av trov un po’ zo’, Vittori…. “ Rispose: “L’e’ piu’ zo’ Rvezz …. “ (E’ piu’ giu’ Rioveggio…. ) Vittorio aveva un fico dietro la capanna: a Musolesi c’era una donna meridionale a cui piacevano molto i fichi. Lui gliene porto’ un panierino nell’aia. “Mangiate che ce ne sono tanti, se no’ vanno a male” disse Vittorio, gia’ anziano. “Com’e’ Vittorio, a voi non vi piace la fica? “ chiese la donna, con il suo accento d’in giu’. Vittorio replico’. “ ‘Na volta”. C’era al borgo Maria Musolesi, una donna molto simpatica e molto magra, sempre vestita col grembiulino e il fazzoletto in testa. Si vedeva che era veramente piatta, senza seno. Vittorio, che non lesinava mai la battuta, un giorno le disse: “Te, Maria, t’e’du tett che al peren du bullett d’un usc ‘un cimiteri… “ (Tu Maria hai due tette che sembrano due bollette della porta di un cimitero…. Da notare che una volta le porte dei cimiteri avevano i chiodi piantati nel legno: il legno si seccava e le “bollette” andavano indentro)